BILL WITHERS (1938 - 2020)
L'intramontabile leggenda della Black Music
08.04.2020 | Alberto Albertini


Photo credit: per gentle concessione buscadero.com


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“...quando hai un talento e lo senti da quando hai cinque anni, sta solo aspettando di essere coltivato”. Con questo pensiero diretto e senza filtri, Bill Withers trasmette un concetto apparentemente semplice ma in grado di lasciare un segno indelebile, proprio come i testi delle sue canzoni soul. Maestro nel saper trasportare sul pentagramma emozioni e sentimenti, sarà riscoperto nel tempo fino a rappresentare un simbolo della black music statunitense, diventando una fonte d'ispirazione per tantissimi artisti del calibro di Michael Jackson, Tom Petty, Aretha Franklin, Leonard Cohen, Sting, José James, Paul McCartney e Willie Nelson che reinterpreteranno i suoi brani. Altri produttori o musicisti (come Jay-Z, Kanye West, Fatboy Slim e Tupac Shakur) partiranno dai suoi samples per creare proprie composizioni.

Photo credit: la copertina dell’album “Just As I Am”, pubblicato nel 1971

Photo credit: la copertina dell’album “Just As I Am”, pubblicato nel 1971
William Harrison Withers Jr. nasce nella piccola cittadina di Slab
Fork in West Virginia nel 1938 e cresce nella vicina Beckley, conosciuta
per le sue numerose miniere di carbone. La sua infanzia non è delle
migliori: è il più giovane di sei fratelli ed è perseguitato dall'asma e
dalla balbuzie (problemi che lo spingono ad abbassare di molto la sua
autostima). A tredici anni subisce il dolore per morte del padre: in
quel momento Bill capisce che deve allontanarsi definitivamente dalla
città, dove il suo unico futuro possibile è nero, come il segno dalla
fuliggine sul volto dei minatori. L'occasione arriva a 17 anni, quando
Bill si arruola nei Navy Seal: lavorando per nove anni come meccanico
aeronautico, lascia finalmente il passato alle spalle ma sente che
neanche quella vita gli appartiene e nel 1967 si trasferisce a Los
Angeles per cercare di diventare un musicista.
Inizia a
farsi notare registrando alcune demo e grazie alla forte genuinità dei
suoi testi suscita la curiosità dell'etichetta discografica Sussex
Records, la quale (nel 1971) pubblica Just As I Am. Il suo primo
album annovera due importanti partecipazioni: quella di Booker T. Jones
come tastierista e produttore e quella del formidabile chitarrista
Stephen Stills. Il disco contiene la magnetica e perpetua Ain't No Sunshine,
con la quale si aggiudica il primo Grammy. Caratterizzata da un testo
semplice e comprensibile (una volta ascoltato non si può fare a meno di
cantare…), diventa una di quelle canzoni più reinterpretata nel tempo:
oltre 250 artisti ne faranno una cover, rendendola un must per la black
music. Un altro prestigioso brano dell'album è Grandma's Hands,
un languido e delicato omaggio soul per ricordare sua nonna, più
precisamente le sue mani, che gli appaiono come una perpetua
rievocazione rappresentando la figura più importante della sua infanzia,
“il suo porto sicuro” come la definirà in seguito, l'unica persona in
grado di farlo crescere interiormente migliorando la sua autostima.
Sfruttando la costante creatività di quel periodo, l'anno successivo pubblica Still Bill, l'album più entusiasmante della sua carriera, in cui spiccano su tutte le superba Use Me e la speranzosa e allegra Lean On Me.
Il testo di quest'ultimo brano fa riferimento a un episodio capitato a
Bill all'età di dieci anni. Un giorno, accortosi della presenza di una
vasta folla vicino alla riva di un lago, avvicinandosi nota che un
ragazzo sta affogando ma nessuno dei presenti decide di tuffarsi per
salvarlo. Sceglie di farlo lui, ma una volta in acqua si rende conto che
il ragazzo (più grande e più pensante del previsto), preso dal panico,
continua a dimenarsi rischiando di far affogare entrambi. Tutte le
persone adulte iniziano così a preoccuparsi sbraitando ma senza
intervenire: l'unico che va in loro soccorso evitando l'affogamento è un
ubriacone mal visto dalla gente del posto, la stessa gente ligia e
rispettabile che frequenta costantemente la chiesa di domenica, la
stessa gente che non ha mosso un dito per salvarli. Quel gesto segna
così profondamente Withers da spingerlo a scrivere, qualche anno dopo,
il sublime brano Lean On Me, proprio per immortalare in musica la
consapevolezza del fatto di poter sempre contare sull'aiuto di qualcuno
nella vita, anche delle persone più inaspettate.
Nei sei anni successivi Bill pubblica un album ogni anno, tenendo costantemente alto il suo livello compositivo: Live At Carnegie Hall (1973), +'justments (1974), Making Music (1975), Naked & Warm (1976, dove primeggia l'onirica e intensa City Of The Angels, dedicata alla sua città preferita) e Menagerie (1977). Quest’ultimo lavoro discografico contiene il famoso singolo Lovely Day, scritto a quattro mani con Skip Scarborough.
Solo 'Bout Love
del 1978 risulta essere sottotono rispetto agli elevati standard
compositivi di Withers. D'altro canto, nel 1981 vince il suo secondo
Grammy con Just The Two Of Us, una canzone scritta da Bill ma pubblicata come singolo estratto dall'album Winelight
di Grover Washington Jr: uno smooth jazz molto elegante nel quale la
profonda voce di Withers si accosta magnificamente alle ammalianti note
del sax di Washington Jr.
Occorre poi aspettare il 1985 per la pubblicazione del un suo nuovo (e, purtroppo, ultimo) disco Watching You, Watching Me,
un lavoro permeato da un senso di benessere dettato dalla sua vocalità
confortevole e avvolgente che pervade ogni canzone (come accade, per
esempio, nella sognante You Just Can't Smile It Away).
Da
questo momento in poi, il ruolo di padre entra prepotentemente nella
sua vita, prevalendo decisamente sulla carriera di artista: un’attività
quest’ultima che richiede grandi sacrifici con continui spostamenti
dettati da lunghe tournée a discapito di una tranquilla vita familiare.
Bill decide quindi di smettere, si stabilisce a Los Angeles per crescere
i figli senza i limiti imposti dalla sua precedente vita artistica.
Nonostante ciò, nel 1987, grazie alla cover dei Club Nouveau della sua
indimenticabile Lean On Me, conquista il suo terzo Grammy come compositore della migliore canzone R&B, riscuotendo un ulteriore, notevole successo.
La
vita di Withers scorre tranquilla, vicino alla sua famiglia. Solo
sporadicamente appare in esibizioni live (e sempre in veste di ospite).
Nel 2015 viene ammesso nella Rock And Roll Hall Of Fame, introdotto da
Stevie Wonder per la categoria performers.
Bill Withers
muore all'età di 81 anni nella sua amata Los Angeles in seguito a
complicanze cardiache. Tuttavia, la magia dei suoi brani influenzerà
anche in futuro generazioni di musicisti e le sue canzoni saranno per
sempre pietre miliari della musica statunitense.
La sua
disarmante spontaneità (elargita attraverso la scrittura di un testo)
rimane un'imperitura fonte di ispirazione e le sue composizioni, anziché
tramontare, diventano sempre più popolari e apprezzate con il passare
degli anni.