BILLY F GIBBONS

Hardware
(Concord Records)

8.5/10 21.06.2021   |   Alberto Albertini
BILLY F GIBBONSBILLY F GIBBONS
BILLY F GIBBONSBILLY F GIBBONS
Sono ormai innumerevoli gli artisti alla ricerca di evasione (o, forse, più che altro di un'ispirazione) dalla monotona routine di musicista e che scelgono di incidere un disco nel mistico e caldissimo deserto californiano: una momentanea pausa dal ritmo assillante della vita frenetica dei nostri giorni, dove una riconciliazione con la natura prende il sopravvento, andando di conseguenza a rispecchiarsi nella musica.
Sono pochi però i musicisti che possano dire di aver scritto un brano intenso e brillante come Desert High, la traccia conclusiva di Hardware, il terzo disco da solista di Billy F Gibbons, roccioso componente della formazione ZZTop. In meno di tre minuti siamo completamente immersi nel deserto del Joshua Tree, dove una sensazione di mistero implicito si insinua dentro di noi. La sua profonda e avvolgente voce ci guida durante l'ascolto: il resto è affidato alla chitarra, in grado di regalarci un assolo conclusivo da brividi, facendoci capire che Gibbons non ha smesso di comporre grande musica.
BILLY F GIBBONS
Photo credit: la copertina del CD Hardware di Billy F Gibbons
BILLY F GIBBONS
Photo credit: la copertina del CD Hardware di Billy F Gibbons
Desert High è senza dubbio il brano più rappresentativo del disco, ma il fascino enigmatico del deserto è costante e pervade molte composizioni, come la meditabonda Spanish Fly: forti sensazioni di smarrimento fuoriescono da questo brano, suoni eterei e improvvise raffiche di chitarra ci spingono a lasciarci andare per intraprendere un vero "desert-trip".
Non mancano (ovviamente) dei richiami al possente hard rock della band ZZTop, come nell'iniziale My Lucky Card o nelle successive I Was A Highway e S-G-L-M-B-B-R. Canzoni avvolte dalla possente sezione ritmica (rappresentata dal batterista Matt Sorum e dal bassista/chitarrista Austin Hanks) che ritroviamo sempre dinamica e martellante anche in West Coast Junkie, un brano intriso di un grezzo acid surf dove il trio si esprime al massimo. Stackin' Bones, invece, è in pieno stile boogie rock, uno dei generi prediletti dal leader: ogni nota è al posto giusto, niente è superfluo. Inoltre il tutto è arricchito dalle seconde voci del duo femminile Larkin Poe: le sorelle Rebecca e Megan Lovell risultano perfettamente complementari all'opposto registro vocale di Billy.
Un altro brano davvero lodevole è Vagabond Man, una canzone riflessiva dettata da un sentimento agrodolce, una ballata soul dedicata a tutti quei musicisti che vagano senza fissa dimora. Una traccia nella quale a lasciare il segno sono anche le magnifiche note della chitarra che, suonata con semplicità, ci regala forti emozioni come pochi sanno fare.
Tutte le composizioni dell'album sono originali, a eccezione dell'ottima e rivisitata cover Hey Baby, Que Paso, brano della band Texas Tornados ripescato dal primo, omonimo album del 1990.
Hardware è incentrato maggiormente verso un puro hard rock rispetto ai due precedenti lavori in studio: Perfectamundo (2015) abbracciava atmosfere latine, mentre The Big Bad Blues (2018) rappresentava un'autentica dichiarazione d'amore per la musica delle dodici battute. Questo terzo capitolo risulta essere il più solido e riuscito: con un songwriting che ti cattura dal primo ascolto, Billy F Gibbons dimostra la voglia di mettersi ancora in gioco, componendo come non faceva da tempo e ritrovando, nell'arido deserto, la sua più fertile vena creativa.
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