STEVE WYNN

Kerosene Man (8/10) - Dazzling Display (7/10)
(Omnivore Recordings)

8/10 30.06.2021   |   Alberto Albertini
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Kerosene Man (1990) e Dazzling Display (1992) sono le prime due fatiche discografiche di Steve Wynn leader dei Dream Syndicate, identificati giustamente come i principali esponenti della scena musicale Paisley Underground di Los Angeles, in voga nella prima metà degli anni '80.
La Omnivore Recordings, (etichetta discografica che cura sempre con molta dedizione le ristampe) ci presenta i due album menzionati rimasterizzati con un suono molto nitido e dinamico deliziandoci con l'aggiunta in entrambi i dischi di sei inedite bonus tracks live. “Volevo suonare diversi tipi di musica, creare nuovi suoni, suonare con nuove persone, non stavo scappando da nulla, stavo solo correndo verso qualcosa di nuovo”. Questo rappresenta il pensiero retrospettivo di Wynn inserito nelle note di copertina presenti nel suo primo album, il quale sancisce la varietà di orizzonti musicali che stava per intraprendere affiancato da artisti di prestigio nel panorama del rock alternativo. Ad aiutarlo, infatti, troviamo: D.J. Bonebrake (X), Johnette Napolitano (Concrete Blonde), Howe Gelb (chitarrista dei Giant Sand), Peter Buck (R.E.M.), Vicki Peterson (The Bangles) e ancora, Steve Berlin il sassofonista della band californiana Los Lobos e il bassista dei Dream Syndicate Mark Walton.
Il suono dei suoi dischi da solista diventa meno spigoloso e acido rispetto al passato, caratterizzato sempre dalla sua forte impronta compositiva, virando verso un rock cantautorale, molto maturo, dettato da un songwriting ispirato, personale e fresco. Attraverso le sue canzoni, si respirano le influenze di Alex Chilton, Lou Reed e ovviamente Bob Dylan, da sempre suoi punti di riferimento nel panorama musicale, anche se a rendere prestigioso il suo lavoro è il perfetto equilibrio tra cinismo e compassione che pervade i testi degli album. In Kerosene Man troviamo melodie molto coinvolgenti, abbinate a una scrittura intelligente che affronta i conflitti interiori caratteristici dell'animo umano, rendendo Wynn un paroliere potente e riflessivo. Tears Won't Help apre il disco con un pop rock molto convincente, sostenuto dal basso corposo di Mark Walton; la sentimentale Conspiracy Of The Heart (una delle canzoni più rappresentative) è una ballad semi acustica, scritta a quattro mani con Johnette Napolitano, la cui voce, plasmandosi perfettamente a quella di Steve, ci dona un bellissimo feeling vocale. Il sax baritono di Steve Berlin esprime note malinconiche nella notturna The Blue Drifter, un lento scarno dal testo inquieto rivolto ad un uomo che, dopo aver perso tutto quello che possedeva, cerca una rinascita interiore. Nel brioso pop folk di Carolyn la voce di Wynn è avvolta da strumenti quali la chitarra, il violino e il mandolino, che nel loro vorticoso intreccio sostengono un testo pieno di rammarico, rimpianti e bugie ma con tanta voglia di ricominciare. La delicata marimba suonata da D.J. Bonebrake fa da dolce sottofondo in Under The Weather, una ballata velvettiana dove traspare tutta l'ammirazione di Wynn per Lou Reed, mentre la title track è un autentico rock'n'roll con piano e batteria in evidenza contornati da sventagliate di chitarra slide. Lo scenario cambia con Younger e Anthem, suoni gelidi e taglienti richiamano il passato di Steve con i Dream Syndicate, impreziositi da Howe Gelb che fa esplodere la sua sei corde con assoli acidi e distorti insieme al violino pungente di Richard Greene. Le bonus tracks live del disco sono state registrate tutte nel 1990 e si dividono tra il 9:30 Club di Washington e lo SNAP, KCRW di Santa Monica dove gli artisti si esibiscono nelle trasmissioni della famosa radio californiana. Le prime due tracce inedite Younger e Something To Remember Me By sono presenti nell'album, ma se la prima non apporta nessuna modifica in veste live, la seconda è completamente rivisitata in chiave acustica.
La possente struttura melodica creata in studio dalla chitarra e dalla batteria che rendevano aggressivo il brano, vengono magnificamente sostituite dal variopinto pianoforte di Robert Lloyd, addolcendo la canzone senza snaturarla. La seguente Graveyard Train è la canzone scritta da John Fogerty velocizzata ed eseguita con molta cattiveria dalla band di Wynn, come se i riff dello Swamp Rock dei Creedence Clearwater Revival si fossero fusi con la gelida rabbia del post-punk: la traccia risulta essere una piacevole leccornia che ci consente di comprendere al meglio la poliedricità di Wynn nelle esibizioni live. Tell Me When It's Over e Burn sono due brani dei Dream Syndicate, riadattati splendidamente in chiave acustica e impreziositi ancora una volta dal polistrumentista Robert Lloyd, dove nel primo detta il tempo con il frizzante mandolino, suonando bellissimi fraseggi, mentre nel secondo passa al pianoforte per creare un incantevole trama sonora a sostegno del testo. L'ultima cover raffigura un sentito omaggio a Dylan: The Groom's Still Waiting At The Alter è una traccia di Shot Of Love, uno degli album che va a comporre il suo “trittico religioso”. Questa grintosa rilettura però è molto più simile alla sublime e definitiva versione live del cofanetto Trouble No More: The Bootleg Series Vol.13/ 1979-1981, cantata con grande intensità ed energia da Wynn: grazie al sostegno della corista Julie Christensen funge da ottima chiusura per il disco.
STEVE WYNN
Photo credit: la copertina del CD Kerosene Man (aprile 1990) di Steve Wynn
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Photo credit: la copertina del CD Kerosene Man (aprile 1990) di Steve Wynn
Il successivo lavoro discografico Dazzling Display non si discosta molto da quello precedente, il giusto equilibrio sonoro è composto dalla vena cantautorale folk, alternata a rigide melodie tipicamente rock. I testi continuano a rappresentare tematiche pessimistiche ma ancorate a una speranza di salvezza, raggiungibile solo attraverso il dolore. Gli arrangiamenti diventano più corposi e intensi come nell'iniziale Drag: un brano compatto, diretto e potente, ricamato da sporadiche note di sitar e con un notevole uso di fiati, che vanno a dettare il tempo insieme all'incontenibile chitarra di Robert Mache. Un'altra canzone che emerge con forza è A Dazzling Display composta insieme a Peter Buck e, come traspare dai suoi malinconici versi, testimonia tutto il disgusto di Wynn nei confronti della prima guerra del golfo che imperversava all'inizio degli anni '90. La sincera armonia della solare e spensierata Tuesday (che sembra sfuggita a un album dei Big Star) insieme al vivace e orecchiabile pop-rock di Dandy In Disguise, mantengono alto il livello dell'album. Uno dei momenti più evocativi è rappresentato dal duetto vocale con Johnette Napolitano nella cover Bonnie And Clyde scritta da Serge Gainsbourg: Wynn si ispira alla famosa e bellissima performance del musicista francese che la esegue insieme alla seducente Brigitte Bardot, riadattando il testo in inglese. Nonostante la messa in opera rimanga ben eseguita e molto espressiva, non può reggere il confronto con la dizione profonda dell'originale francese. Registrate in un lasso di tempo che intercorre tra il 1990 e il 1993, anche in questo caso, come nel precedente, sono le bonus tracks a completare il disco con cover appetitose. Il tenebroso e travolgente noise rock di Kool Thing dei Sonic Youth insieme al brano di Paul Simon Boy In The Bubble (in una formidabile interpretazione accelerata e suonata come un potente e grezzo rock'n'roll con la chitarra elettrica in primo piano) sono ottime dimostrazioni del vario repertorio live di Wynn. Conspiracy Of The Heart è l'affascinante brano di Kerosene Man che dal vivo mantiene tutta la sua delicata eleganza. Wynn dimostra ancora una profonda ammirazione per il poeta Dylan rivisitando il piacevole singolo del 1971 Watching The River Flow, dove una batteria incalzante si scontra con vivaci assoli chitarristici riformulando il brano in una chiave particolarmente dinamica. I tempi si dilatano con una brillante Crazy Feeling che diventa un serafico omaggio a Lou Reed, da sempre altro grande artista venerato dall'autore. La finale The Long Goodbye è una canzone (scritta da Wynn e riproposta più volte dal vivo nei primi anni '90) che si avvale di un sound molto energico da punk rock song, creato da un massiccio giro di chitarra di Robert Mache e dal valido supporto del martellante basso di Mark Walton.
A distanza di quasi trent'anni queste ristampe ci consentono di riscoprire narrazioni dai testi arguti che rappresentano un musicista dall'atteggiamento artistico sempre coerente e onesto nei confronti del proprio pubblico, uno zoccolo duro di fan e ammiratori che ha costantemente alimentato la sua carriera da solista.
Non esistono parole più azzeccate di quelle scritte da Steve nella rinfoltita edizione di Dazzling Display: “Potrebbe non essere stato il disco giusto per il suo tempo, ma sicuramente è bello ascoltarlo ora. Enjoy. It truly is a Dazzling Display”. Come possiamo dargli torto?
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